Attratto dalla voglia di scoprire “nuovi lidi” sono andato nella campagna marchigiana. Sapevo dalle foto di amici o dai social che sicuramente le Marche sono un luogo dove un paesaggista può trovare ottimi spunti. Premesso che avrei bisogno di tornare molte altre volte per farmi un’idea più precisa, vi propongo le cose che istintivamente mi hanno colpito. La prima cosa che colpisce sono che molti piccoli paesi sono arroccati sulle sommità e questo è sicuramente dovuto alla scelta, in passato, di difendersi quindi una terra vissuta con contrapposizioni secolari e alla ricerca di autonomia come ci dice il nome stesso.
La seconda cosa è che ci troviamo di fronte ad una campagna dolce, ordinata, un paesaggio agrario coltivato a grano, cereali come nel territorio jesino, circondata da ulivi come nei dintorni di Cingoli (il balcone delle Marche) o di vigne come a Matelica o a Staffolo. Ricorda a tratti la campagna toscana e per questo ne sono rimasto felicemente impressionato. Come la Toscana, le Marche oltre a terra di bella campagna è terra di mare e di montagna. Tutto questo immerso in luoghi dove l’arte è, ed è stata importante; terra di pittori (Raffaello, Gentile da Fabriano, ecc.), letterati (in primis Leopardi) , architetti (Bramante) , musicisti (Rossini, Pergolesi, ecc.,) e terra di importante religiosità popolare come lo testimoniano i luoghi di Loreto e Corinaldo. Io da paesaggista ho preferito addentrarmi nella mia materia. Spero nei prossimi tempi di completare questo mie lacunose conoscenze.
Quest’ultima mia visita del 2019 non mi ha potuto nascondere anche le grandi ferite che il terremoto del 2016 ha provocato in questa fragile e orgogliosa terra. Non sono un foto-reporter e non riesco a fotografare questi drammi, ma li conserverò ben presenti nella mia mente. Comprendo, quindi, benissimo tutte le difficoltà, i disagi, le amarezze per la lentezza della ricostruzione che attende questa, come altre regioni del centro-sud colpite da queste calamità. Preferisco esaltarne le sue bellezze affinchè si conosca e si apprezzi di più questa terra eallo stesso tempo rivolgo un incoraggiamento a chi ne ha le responsabilità a fare presto per riparare queste ferite perchè le Marche possano velocemente tornare alla semplice normalità della vita.