Credo che i Piani di Castelluccio di Norcia ormai siano entrati a far parte di quelle meraviglie della natura modellate dall’uomo….
… di cui l’Italia ci fa dono. Un piccolo paese, Castelluccio, domina una valle a 1350 m. s.l.m. racchiusa tra i Monti Sibillini che dividono l’ Umbria dalle Marche: gli appezzamenti di terra coltivati sono diventati la sua attrazione.
Qui si celebra la coltivazione della lenticchia conosciuta fin dall’antichità.
La valle si compone di tre piani: Piano Piccolo, Piano Grande e Pian Perduto. I primi due sono in provincia di Perugia mentre l’ultimo in quella di Macerata.
La stupenda bellezza di Castelluccio è dovuta all’agricoltura biologica della lenticchia, all’origine di una tavolozza unica e irripetibile di colori.
Dopo il disgelo delle nevi ad aprile/maggio, la lenticchia viene seminata; alla fine di giugno e inizio luglio avviene il miracolo della fioritura .
Tutto l’altopiano si ammanta armonicamente di fiori spontanei variopinti che vanno dal giallo ocra al rosso passando per il viola e il bianco.
Ho conosciuto questo meraviglioso luogo nell’estate del 1994. All’epoca la fotografia era ancora analogica , la maggioranza dei visitatori erano fotografi e i social, col loro tam-tam, non esistevano.
Dal 1994 sono tornato tante volte: non sempre la fioritura era stupenda e colorata, ma variava al ciclo delle stagioni.
Ho scoperto poi che in inverno i Piani di Castelluccio offrivano degli scenari inusuali e altrettanto interessanti.
2005- Dalla strada verso Arquata del Tronto.
Il 30 ottobre 2016 è una data che Castelluccio di Norcia non potrà mai più dimenticare. Alle 7,40 di quella mattina la terra tremò con una magnitudo di 6,5 della scala Richter, la più forte scossa di terremoto in Italia dal sisma dell’Irpinia del 1980.
Il sisma ebbe epicentro tra i paesi di Castelsantangelo sul Nera, Preci, Norcia, a 10 chilometri di profondità.
Il terremoto fece molti danni non solo al paese di Castelluccio; ma anche a Norcia, Visso , Arquata del Tronto, Amatrice, Accumuli , ecc.
Il sisma colpì la terra umbra dopo 37 anni: nel 1979 un terremoto pari al 5,9 della scala Richter aveva registrato morti e distruzioni tant’è che la ricostruzione durò decenni..
Oggi, se pur lenta, la ricostruzione ha cominciato a dare i suoi frutti: le attività turistiche hanno ripreso il loro corso e son sicuro che la tenacia di questa gente riporterà la vita di sempre.
Dopo il terremoto del 2016 sono tornato in questi luoghi una sola volta, nel luglio 2018, quando dopo aver visto alcune foto sul web, decidemmo, insieme all’amico di tante avventure fotografiche, Roberto Masserelli, di partire all’alba per vedere le prime luci sulla valle.
Partimmo con il groppo in gola perchè avremmo visto la distruzione di quella terra, che per circa 25 anni era stata invece un palcoscenico di bellezza e gioia per i nostri occhi.
Ma quella volta non vedemmo la fioritura; nella notte un forte temporale e grandine aveva abbattuto i fiori e i colori erano svaniti. Di fronte a noi un paesaggio lunare.
Vedemmo Castelluccio sbarrata e chiusa, il suo centro presidiato dai militari della Guardia di Finanza per impedire gli sciacallaggi.
Facemmo foto dalla montagna con inquadrature insolite e differenti scenari; forse anche il tempo si era adeguato alla tristezza del nostro animo.
Castelluccio è ogni anno meta di centinaia di migliaia di visitatori che a giugno e luglio vengono per assistere al miracolo della fioritura ma il suo Piano offre bellezze naturali da godere in tutte le stagioni.
Attraversata da una sola strada principale questa terra è fragile e occorre rispettarne la natura, rimanere nei percorsi indicati, non calpestare i prati fondamentale risorsa economica per chi ci abita e fonte di prodotti biologici di eccellente qualità per tutti.