18
Gennaio
2025

Tre giorni a Torino

“Non avevo mai veduta Torino, e la trovai deliziosa” (Carlo Goldoni)…..

Piazza San Carlo – statua di Emanuele Filiberto

Non ero mai andato a Torino, forse perchè nei miei anni giovanili era solo una città industriale….Dagli anni 2000 in poi, questa nobile città sabauda, comincia a far parlare di sè e delle sue bellezze nascoste.

Le Olimpiadi invernali del 2006 dettero una spinta decisiva verso un nuovo impulso turistico-economico: il Museo Egizio, il Museo Nazionale del Cinema dentro la Mole, il Salone del Libro, il Torino Film Festival (TFF), il Museo Nazionale dell’Automobile, il Museo d’Arte Orientale, il Centro Nazionale di Fotografia, ecc, diventarono un volano attrattivo di un turismo intelligente e consapevole.

Nuove iniziative si sono armonizzate nel tessuto urbanistico del passato ottocentesco e “regio” quando Torino fu capitale d’Italia dal 1861 al 1865.

Le maestose piazze, gli imponenti palazzi, i geometrici portici, sono tornati nuovamente a splendere e ad ospitare un pubblico desideroso di un turismo di qualità assecondato da tradizioni culinarie eccellenti come le  prelibatezze dolciarie nei caffè-bistrot o gli ottimi cibi serviti  nelle piole (tipiche osterie piemontesi).

Tre giorni per vedere un’importante città sono davvero pochi, comunque un pò di cose ne ho viste e cercherò di raccontarle.

Ho integrato il mio racconto fotografico con alcune foto di una preziosa assistente: mia nipote Bianca.

Stazione di Porta Nuova.

Il soffitto della stazione di Porta Nuova

Porta Palatina. Questa porta di origine romana consentiva l’accesso a settentrione alla città di Torino (anticamnente chiamata Taurinorum )

Statua di Polluce all’ingresso al Palazzo Reale

Piazza Castello

Piazza Castello

Piazza Castello – palazzi e Grattacielo (ex Torre Littoria)

Piazza Castello

Piazza Castello -Palazzo Madama

Notturno in Piazza Castello

Notturno fra i maestosi palazzi. Venere che bacia la luna.

Notturno sul Grattacielo (ex Torre Littoria)

Galleria San Federico

Galleria San Federico

Galleria Subalpina

La Libreria Internazionale Luxemburg, aperta nel lontano 1872, è la libreria più antica della città di Torino. Nel 2015 è stata riconosciuta fra le 10 più belle librerie del mondo.

Il Salone Internazionale del Libro si svolge ogni anno a Torino nella cornice del Lingotto Fiere.  Si ritrova così tutta la filiera del libro: case editrici, scrittori, librai, bibliotecari, agenti, illustratori, traduttori e tanti, tantissimi lettori.

Il Salone rappresenta per gli editori, dai grandi gruppi agli indipendenti, la più importante occasione di vendita e di presentazione delle novità editoriali.

Il Salone occupa uno spazio di 137.000 mq.;  nel 2024 sono stati presenti 800 stand , ha avuto ospiti 43 Paesi del mondo con 222.000 visitatori.

Duomo di San Giovanni e Chiesa di S. Lorenzo. A destra, in pannello blu, il calendario dell’Avvento

Duomo e Chiesa di S. Lorenzo.

In fila per la Sacra Sindone.

La Sindone è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli di un condannato alla crocifissione e descritti nella passione di Gesu’. (fonte Wikipedia)

Ovviamente il telo è custodito e non visibile. Il volto del Cristo nella foto è una riproduzione.

Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, “mostrare”). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010, 2013 (quest’ultima soltanto televisiva), dal 19 aprile al 24 giugno 2015 e l’11 aprile 2020 (anche quest’ultima solo televisiva, in occasione del sabato santo occorso durante la pandemia di Covid. (fonte Wikipedia)

Preghiera di fronte alla Sacra Sindone

Nel 1988 l’esame del carbonio sulla Sindone eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la Sindone in un intervallo di tempo compreso tra il1260 e il 1390, periodo corrispondente all’inizio della storia della Sindone certamente documentata.

Tale datazione è messa in discussione dai sostenitori della autenticità della Sindone, in particolare per le asserite contaminazioni che avrebbe subito nei secoli. (fonte Wikipedia)

Duomo e  Calendario dell’Avvento sui bozzetti di Emanuele Luzzati

Calendario dell’Avvento

Particolare

Santuario della Consolata

Santuario della Consolata-interno

Santuario della Consolata-interno

Santuario della Consolata-interno

Santuario della Consolata con la Torre campanaria. La scritta in latino sulla facciata recita  Consolatrice e protettrice della Città di Torino

Caffè al Bicerin dal 1763

In piazza della Consolata c’è una sosta importante per le dolcezze e per gustare il Bicerin (bicchierino in dialetto).

Prelibatezze all’interno del caffè

Il Bicerin è una bevanda tipica di Torino composta da latte, cacao, caffè e cioccolata.

Mercato di Porta Palazzo

Mercato di Porta Palazzo

Mercato di Porta Palazzo

Mercato di Porta Palazzo

Mercato di Porta Palazzo

Il mercato di Porta Palazzo è il più esteso mercato di tutta Europa. La seconda domenica di ogni mese c’è il Gran Balon con oltre  300 banchi, da 30 anni mercato dell’antiquariato e vintage della Città di Torino.

LA MOLE ANTONELLIANA

La Mole fu costruita dall’Architetto Alessandro Antonelli .

La Mole Antonelliana è il simbolo della città. Il nome deriva dalla sua altezza, 167,5 metri.

Iniziata nel 1863, quando Torino era capitale del regno d’Italia, venne completata nel 1889. Fu l’edificio in muratura più alto del mondo fino al 1908.

Per anni fu l’edificio più alto di Torino, superato oggi da due moderni grattacieli, quello della Regione Piemonte e quello di Intesa San Paolo

Dal 2000 al suo interno ha sede il Museo Nazionale del Cinema.

Un musicista davanti all’ingresso della Mole.

Salita in ascensore verso la terrazza.

Sulla terrazza.

Panorama dalla Mole. In primo piano, Palazzo Nuovo, una sede dell’ Università.

Panorama dalla Mole. Piazza Vittorio Veneto e al centro sulla collina, il Monte dei Cappuccini con la chiesa S.Maria del Monte

Panorama dalla Mole.

Panorama dalla Mole.

Panorama dalla Mole. Davanti il Museo del Risorgimento, retro di piazza Carignano

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA

Manifesti del cinema anni ’50

Manifesti e manufatti di scena.

I volti del cinema

I volti del cinema

Ricostruzione dei luoghi di produzione

Calendario di Marilyn Monroe e i suoi indumenti personali usati per le sue scene dei suoi film e donati al museo.

Vecchi manifesti

Martello di Thor

manifesto di Indiana Jones

Korg

Spider man

A pochi passi dalla Mole c’è la Rai e, su un edificio accanto, una gigantografia di Piero Angela, torinese, che iniziò proprio qui i suoi primi passi di giornalista Rai.

MUSEO EGIZIO

Riproduzione del seicentesco Palazzo dei Nobili che dal 1824 ospita il Museo Egizio di Torino. – Bell’Italia , gennaio 2025

Il Museo Egizio ha compiuto 200 anni dal 1824 ed è il secondo museo egizio del mondo dopo quello del Cairo.

Bernardino Drovetti piemontese, console generale di Francia durante l’occupazione in Egitto, collezionò in quel periodo più di 7000 pezzi tra statue, sarcofaghi, mummie, amuleti e monili vari.

Drovetti nel 1816 aveva offerto alla Francia la sua collezione, ma in seguito al rifiuto del governo di Parigi propose la stessa al re Carlo Felice che, seguendo il parere di illuminati consiglieri della corte, acquistò nel 1824 questa grande collezione per la cifra di 400.000 lire e, unendovi altri reperti di antichità classiche di Casa Savoia tra cui la collezione Donati,

diede vita al primo Museo Egizio del mondo.

Data l’enormità degli oggetti presenti ho preferito concentrare lo sguardo solo su questa importante Sala dei Re. Questa sala è stata rinnovata con questi pareti spaziali dove la luce artificiale si riflette nelle pareti di metallo e si moltiplica fondendosi con quella naturale con la riapertura delle finestre seicentesche per illuminare ancor più questa lontana storia millenaria.

La nuova Sala dei Re nel nuovo allestimento inaugurato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a novembre 2024 in occasione del bicentenario del Museo. Il Museo Egizio di Torino ha compiuto 200 anni dal 1824 ed è il secondo museo egizio più importante al mondo dopo quello del Cairo.

Statue della dea Sekhmet, granodiorite. XVIII° dinastia regno di Amenhotep 1390-1353 a.C.

Seti II (1202-1198 a.C.)

Re Amenhotep II che offre due vasi di vino

Statua del dio Ptah, granodiorite-Nuovo Regno XVIII° dinastia

Statua del re Tutmosi III , granodiorite- Nuovo Regno , XVIII° dinastia regno di Tutmosi III (1479-1425 a.C.) proveniente da Luxor, Karnak

Statua del dio Amon-Ra come ariete che protegge il re Amenhotep III – granito, Nuovo Regno XVIII° dinastia

Al centro della Sala dei Re, statua di Ramesse II

Statua di Ramesse II (1279-1213 avanti Cristo)

Particolare dellla statua di Ramesse II (1279-1213 avanti Cristo)

Sfinge, arenaria – Nuovo Regno XIX-XX dinastia (1292-1077 a.C.) da Luxor, Karnak

Sfinge,  arenaria – Nuovo Regno XIX-XX dinastia (1292-1077 a.C.) da Luxor, Karnak

Statua del re Ramesse II tra dli dèi Amon-Ra e Mut, granito – Nuovo Regno (1279-1213 a.C.) XIX° dinastia da Luxor tempio di Amon.

Testa di una statua regale con corona bianca

 

PARCO DEL VALENTINO

Il parco si estende sulla riva sinistra del Po ed ha un’estensione di 421.000 mq.

Nel Parco del Valentino, si trova la Fontana dei dodici mesi costruita per l’Esposizione Nazionale del 1898 a cinquant’anni dalla promulgazione dello Statuto Albertino.

L’origine del nome potrebbe risalire ad un’epoca romana e forse ad una cappella in onore di San Valentino.

In occasione dell’Esposizione generale del 1884 , venne realizzato un caratteristico borgo medioevale che doveva riproporre gli stili architettonici ispirati ai castelli piemontesi e valdostani del Medioevo. Purtroppo non ho potuto visitarlo perchè chiuso per una nuova ristrutturazione finanziata con i fondi PNRR.

E’ un parco attrezzato davvero godibile.

Il Po al parco del Valentino

Chiesa di S.Maria del Monte dei Cappuccini vista dalla piazza Vittorio Veneto.

La delizie della famosa cioccolateria artigiana di Guido Tobino

MUSEO DEL RISORGIMENTO

Piazza Carlo Alberto con la facciata settecentesca del Palazzo Carignano che ospita il Museo del Risorgimento.

Di fronte al Palazzo Carignano si erge una statua equestre in bronzo dove  è raffigurato Carlo Alberto, Re di Sardegna

Ingresso con le bandiere dei comuni

Ingresso al Museo con quadri delle battaglie risorgimentali

Ingresso al Museo con quadri delle battaglie risorgimentali

Arazzo della proclamazione dello Statuto Albertino. Chiamato anche Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia del 4 marzo 1848 fu proclamato dal re dei Savoia Carlo Alberto.

Parlamento del Senato Subalpino della monarchia Costituzionale del Regno di Sardegna 1848-1861                                                                                                I QUATTRO PADRI DEL RISORGIMENTO ITALIANO

Vittorio Emanuele II , primo Re d’Italia 1861-1878

Carrozza e busto di Camillo Benso, Conte di Cavour

Stanza dedicata a Giuseppe Mazzini

Foto di Giuseppe Garibaldi e indumenti di un garibaldino

Stanza dedicata a Giuseppe Garibaldi

Concludo questo mio racconto su Torino con la cosa che mi è più vicina: la fotografia. Non molto distante dalla Mole, in via delle Rosine, sorge Camera, Centro Italiano per la Fotografia, uno spazio dedicato a mostre oltre attività di educazione ericerca per la valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale e internazionale. Il Centro, aperto nel 2015,  si trova all’interno di un edificioin cui fu aperta la prima scuola pubblica del Regno d’Italia. Ho avuto la fortuna di imbattermi in una mostra fotografica di una grande fotografa che seguo da tanto tempo e che amo profondamente: Tina Modotti.

Manifesto della mostra

Tina Modotti nacque a Udine il 17 agosto 1896 e morì a Città del Messico il 5 gennaio 1942. Figlia di un muratore e una casalinga cucitrice fu costretta ad emigrare

prima in Austria e poi a 17 anni a S. Francisco in USA dove inizia a lavorare in una fabbrica tessile e a recitare in alcuni film muti. Avendo appreso le rudimentali nozioni fotografiche dallo zio,

Tina segue le orme di un grande fotografo americano, Edward Weston, di cui diventa modella e compagna. Insieme, nel 1923,  partono per Città del Messico.

Appunti di Tina Modotti , dicembre 1929

Il fotografo messicano Manuel Alvares Bravo parlando dell’opera della Modotti, ne suddivise la carriera in due periodi distinti: quello romantico e quello rivoluzionario.

Il primo include appunto il periodo trascorso con Weston, caratterizzato da nature morte, da esperimenti grafici e pittorici; il secondo caratterizzato da una maggiore attenzione alla natura, ai fiori, all’essere umano e all’ambiente che lo circonda, con intento di documentazione sociale e antropologica e talvolta con forte connotazione politica.

Gli occhi di Tina e le sue opere.

Tina Modotti oltre che una grande fotografa fu anche una rivoluzionaria.  In Messico aderì all’Internazionale comunista dove c’erano grandi artisti come Frida Kahlo, David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera e Clemente Orozco.

Le calle , un fiore molto fotografato da Tina Modotti. Negli anni ’80 sarà un altro grande fotografo, Robert Mapplethorpe, a riprendere in modo geniale questo fiore.

Le foto delle donne messicane.

Nella foto grande, una giovane Tina Modotti e Miguel Cavarrubias, Mexico 1924

La gloriosa fotocamera Graflex usata da Tina Modotti

Borsa di pelle originale di Tina Modotti donata in Spagna dall’amica Adelina Ambramson Kondratieva

La prima e unica mostra di Tina Modotti a Città del Messico avvenne a dicembre 1929. Tina è in lutto perchè il 10gennaio 1929 fu ammazzato, davanti ai  suoi occhi, suo marito Juan Antonio Mella esule cubano, dai sicari del dittatore di Cuba Gerardo Machado.

Manifesto della mostra a Città del Messico

Manifesti con le foto di Tina Modotti

Tina Modotti muore in circostanze drammatiche a Città del Messico nel 1942 a soli 46 anni, Il suo debole cuore cessa di vivere in un taxi che la stava riportando a casa dopo una cena da amici.

La sua vita è stata un romanzo per la straordinaria molteplicità di incontri (poeti, uomini politici, artisti) in un periodo storico fra le due guerre fra l’impegno politico in Messico,

la Spagna e l’Urss con uno sguardo attento alle condizioni delle classi più povere e una battaglia personale per l’emancipazione femminile.

Il valore della sua ricerca in campo artistico e fotografico, come diceva nei suoi scritti, non ammetteva scissioni con la sua vita privata. Per circa 30 anni su Tina Modotti

cala l’oblìo. Sicuramente questo è dovuto alle sue scelte di vita radicali e rivoluzionarie. E’ stata un personaggios scomodo. A partire dagli anni ’70 un comitato di appassionati

suoi conterranei friulani cominciano a far conoscere la sua fotografia che finalmente viene riconosciuta e apprezzata. Tina è tornata a vivere per sempre.

 

Uscendo dalle stanze dedicate a Tina Modotti ho potuto visitare una bella mostra di Mimmo Jodice, Oasi, è un progetto di 40 fotografie di un incarico dato dalla Fondazione

Ermenegildo Zegna, sugli interni ed esterni della villa del fondatore del Lanificio Zegna. Jodice si inoltra in questa Oasi di natura nei dintorni di Trivero nel biellese.

Oasi – il progetto fotografico

Alcune foto della mostra di  Mimmo Jodice

La mia preziosa assistente, Bianca, che esce dalla mostra rimettendo la sua fotocamera in borsa.

 

Naturalmente Torino è molto di più di ciò che ho potuto vedere e fotografare. Venendo da una città turistica come Firenze, ho potuto apprezzare la grande capacità di una città ottocentesca e “reale” a trasformarsi verso una proposta di alto contenuto in campo scientifico, tecnico, artistico, culturale e sportivo. Le numerose mostre annuali nei diversi settori offrono conoscenza e punto di riferimento di tutto il nostro Paese testimoniando così un importante ruolo attivo nel nostro patrimonio culturale.