La bellezza e la suggestione dell’autunno ci riserva nella nostra bella terra del Chianti sempre scorci e momenti di luce stupendi.
Ho fatto diversi tour fotografici nel mese di ottobre fra il Chianti fiorentino e quello senese e, nonostante le innumerevoli volte che l’ho fotografato, trovo sempre qualche nuova scoperta. Riprendo, per questo, le parole di Marco Hagge che nella prefazione al mio libro La Fotografia del Chianti ediz. 2003, scriveva:
” Il Chianti da vedere c’è sempre: anzi si potrebbe dire gli occhi di chi lo guarda contribuiscono a conservarne l’identità.
Per questo un viaggio nel Chianti è un viaggio non solo nello spazio, ma anche e soprattutto nel tempo. Uno sguardo attento finirà
per documentare non solo quello che si vede, ma anche (e soprattutto) quello che non si vede, o, per essere più precisi:
quello che non si vede più, che esiste come memoria, come suggestione, come interpretazione. “
Non si pronuncia il termine Chianti senza pensare ad un territorio solcato da violenze e tensioni, da dure contese diatribe interminabili tra Firenze e Siena. A guerre finite i contrasti hanno lasciato sul campo un’eredità visibile di fierezza e splendore: a volte non esente da un timbro neogotico, degno di un avvincente romanzo ottocentesco o di un film di cappa e spada.
( Roberto Barzanti – Chianti Senese)
Questa è la terra dove ci pare che anche le cose abbiano acquistato per lunga civiltà il dono della semplicità e della misura.
( Piero Calamandrei da “Inventario della casa di campagna” )
Qui anche la natura è artista. Gli alberi vengono su vanitosi e studiosi di apparir belli. Non buttan foglie senza contare, anzi le contano religiosamente, e le dispongono a disegno fiorito come per un offerta al Signore.
( Bruno Barilli – Diario di Viaggio)
E’ un breve spazio – appena un respiro – tra la città che fu di Cimabue e di Giotto, di Dante e del Boccaccio, di Leonardo e Michelangelo e la città che fu di Simone Martini e di Duccio da Boninsegna, di San Bernardino e Santa Caterina. E proprio trovandosi in due siffatte città , a due antiche culle civili, che sono la gloria del pensiero dell’uomo, il territorio del Chianti Classico non poteva essere una terra qualunque. E, infatti, non lo è.
( Giorgio Batini – Il Chianti Classico )
E’ una terra pittorica, ma non si sa se i pittori dopo averla scoperta e ammirata non hanno potuto fare a meno di dipingerla sulla tela, o se invece si tratti di un loro sogno, di una loro felice fantasia, di una loro astratta idea di bellezza e di perfezione che poi alla fine, si è fatta magicamente terra.
( Giorgio Batini – Il Chianti Classico)
Tutte le foto di questo blog sono state scattate nei miei vari workshop nel mese di ottobre 2019.