Il Castello di Celsa in autunno si veste di un abito di color porpora …………quel colore inventato dai fenici che indica regalità e potere, usato dagli aristocratici ai prelati. Questo castello in autunno ci offre una dimensione di unica bellezza.
Le prime luci illuminano il bel castello.
Il Castello si erge nella Montagnola senese, un bellissimo territorio collinare fra i comuni di Casole d’Elsa, Monteriggioni, Siena e Sovicille.

Il Castello di Celsa, uno spettacolo visto dall’alto
LA MONTAGNOLA SENESE
La Montagnola senese si estende per decine di chilometri quadrati dove nasce il fiume Elsa a Sovicille in località Pieve di Molli. Il sottosuolo, prevalentemente calcareo, è ricco di marmi, tra cui il famoso marmo giallo, usati in passato, a partire dal XIII° secolo nella costruzione di molte delle chiese della zona e non solo, e usate per il Duomo di Firenze e di Orvieto. La Pieve di Molli si trova sullo spartiacque che divide il bacino dell’Elsa da quello della Merse.
È ricca di grotte carsiche (se ne contano oltre 80) e le falde acquifere che assicurano l’approvvigionamento idrico delle varie località della zona e di Siena.
Nel territorio della Montagnola passava la via Francigena che univa il nord Europa con Roma. Il suo tratto congiunge Siena con San Gimignano, Colle Val d’Elsa e Monteriggioni.

Vista da est

Vista centrale

Vista nord-ovest

Vista laterale

Viale d’ ingresso al Castello

Arrivo al Castello
Il nucleo originale del Castello prende vita nel XIII° secolo. Il nome Celsa deriva probabilmente dalla famiglia senese dei Celsi che ne fu a lungo proprietaria.

Dal viale il camminamento verso il Castello

La Cappella. Fu costruita da Baldassare Peruzzi, architetto, pittore, scenografo ed ingegnere. Nacque ad Ancaiano (l’attuale Sovicille) nel 1481

Dal giardino all’italiana
Mino Celsi (1514-1575) che fu probabilmente il committente di questo ambizioso progetto, invitava con queste parole l’arcivescovo di Siena Francesco Bandini Piccolomini a cercare riposo in quella quiete ombrosa: ” Tu canzonetta mia rozza ed incolta torna a Celsa, e guarda, che la quiete mia non ti sia tolta”.

Il giardino all’italiana

Dalla vasca, il giardino all’italiana con il complesso del castello.
Nel 1554 Celsa viene devastata dalle truppe imperiali austro-spagnole di Carlo V. Nei primi anni del 1600 il Castello di Celsa, che era stato a lungo proprietà dei Celsi, passa alla nobile famiglia de Vecchi di Siena che ne rimane proprietaria fino alla metà del 1800 quando viene portata in dote da Giulia de Vecchi per il suo matrimonio con il marchese Amerigo Antinori.

Una scenografia unica
Alla fine dell’ottocento Maria Antinori, figlia di Giulia de Vecchi, sposa il principe romano Giuseppe Aldobrandini, e in quegli anni incarica l’architetto Mariani di ritrasformare Celsa: viene sopraelevata la torre est e coronata da merli, così come tutto l’edificio; si aprono bifore, l’intonaco viene raschiato per far emergere le pietre, e si amplia il granaio che diventa anche cantina. Alla loro morte il Castello passerà al figlio Clemente Aldobrandini la cui moglie, Luisa von Welczeck, appassionata giardiniera, ridarà al parco e al giardino all’ italiana la loro impronta originaria.

La Cappella e il Castello

Il Castello avvolto dalla vite americana
Il Castello di Celsa appartiene da circa quattro secoli alla stessa famiglia.

Le foglie rosse della vite americana rampicante avvinghiano il Castello.

Il ponte per la residenza privata

Particolare

Un viale alberato di siepi ci porta alla Peschiera

La Peschiera in stile barocco.

Nel muro della Peschiera ci sono statue a rilievo di divinità marine e draghi

Particolare

La Peschiera semicircolare a destra

Vialetto intorno alla Peschiera

La scena teatrale dalla Peschiera: il cancello si apre, attraverso il viale, al Castello

Il viale alberato unisce il Castello alla Peschiera

Il colore rosso sulle pareti del Castello è davvero emozionante.

Il giardino all’italiana dal Castello.

Dal giardino all’italiana si può scorgere Siena.

Siena.

Viale verso l’uscita

Foto di Stefano Vignozzi che ringrazio per la compagnia durante questa bella esperienza.
