Quando il Granduca di Toscana Leopoldo II scappò frettolosamente da Firenze la mattina del 27 aprile del 1859,portò con sé, in Boemia, una grande raccolta di documentazione pubblica e privata dei granduchi lorenesi. Di questa raccolta faceva parte una vecchia carta del 1846 depositata ora nell’Archivio Nàrodni di Praga, nella quale è disegnata una parte dell’antico tracciato della via Chiantigiana fino al confine senese .
Circondario della strada Chiantigiana Sezione I dal Bandino sulla regia Aretina al confine col Compartimento senese, 1846.
Tracciato odierno della Via Chiantigiana che da Firenze arriva a Siena; la cosiddetta Strada Regionale 222.Il tracciato odierno dalla Chiantigiana tocca due importanti provincie come Siena e Firenze. Il collegamento interessa 8 comuni di cui Firenze, Bagno a Ripoli, Impruneta, Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Monteriggioni, Castelnuovo Berardenga e Siena. Percorrendo il tracciato, descriverò cosa possiamo vedere ed incontrare .
Firenze dal ponte San Niccolò.
La via Chiantigiana è sicuramente una della più belle strade panoramiche italiane. Il suo itinerario, cambiato nei secoli, comincia a Firenze e precisamente dove inizia la via di Ripoli: 61 chilometri di inusitata bellezza tra dolci colline di ulivi e di vigne, intervallata da ville importanti, borghi e casali medioevali.
Sull’angolo di via del Paradiso, all’incrocio con via di Ripoli, zona Bandino, possiamo notare una lapide settecentesca che reca ” PER GREVE AL CHIANTI “. Dopo alcune centinaia di metri inizia la via Chiantigiana.
Verso la Piazza di Badia a Ripoli.
Piazza di Badia a Ripoli. Da qui inizia la via Chiantigiana.
La piazza prende il nome dalla Badia (Abbazia) a Ripoli. La Badia faceva parte di un complesso delle cinque abbazie fiorentine derivate dai punti cardinali, Badia Fiesolana, Badia a Settimo, Abbazia di San Miniato e Badia Fiorentina.
Abbazia di S. Bartolomeo a Ripoli.
Via Buia verso Villa Il Pitto -ottobre 1988
Il tracciato è molto cambiato nei secoli così come recentemente. Da Badia a Ripoli s‘incontra una bella villa trecentesca che ancora conserva l’aspetto di un edificio fortificato.
Villa Il Pitto oggi.
La strada sale verso un poggetto, denominato colle di Diacceto (per l’esposizione) per poi giungere nell’abitato di Ponte a Ema. Il vecchio tracciato attraversava, due borghettini, Lanciolina, e Campigliano, arrivando poi nell’abitato di Grassina.
Abitato di Ponte a Ema in una vecchia foto dell’800.
Borgo del Ponte a Ema- Via Provinciale Chiantigiana -da una fotografia del Maggiore Adolfo Arrighi (Ricordi storici e Monumenti civili della contrada di Ponte a Ema già di Campigliano – 1891 vol. IX del Segr. Notaro Luigi Torrigiani)
Abitato di Ponte a Ema oggi. Una curiosità: nella casa bianca, all’incrocio, sopra il portone marrone, una lapide ricorda la nascita di Gino Bartali avvenuta il 18 luglio 1914.
Casa natale di Gino Bartali.
Lapide a Gino Bartali.
Il ponte sull’Ema.
Fiume Ema ed abitato di Ponte a Ema.
Lanciolina prende il nome dal rio omonimo (quando era in piena sfociava con un “lancio” nell’Ema) in una vecchia fotografia del ten. col. Adolfo Arrighi sul finire dell’800.
Lanciolina oggi.
Campigliano in una vecchia fotografia del ten. col. Adolfo Arrighi sul finire dell’800. Qui passava il vecchio tracciato della via chiantigiana. Il borghettino si trova alle falde del poggio di Fattucchia.
Campigliano oggi.
Via di di Campigliano verso Grassina.
L’odierno tracciato costeggia l’abitato di Ponte a Ema arrivando a Grassina.
Viale prima dell’abitato di Grassina. Oggi la Chiantigiana passa da questo viale.
Lasciato l’abitato di Grassina si comincia a salire per San Martino.
Veduta di Grassina da via Costa al Rosso.
Al km.6 si può ammirare un bel tabernacolo con la Madonna del Buon Viaggio dipinta dal Maestro Annigoni. In alto a sinistra , il primo magazzino ex-Anas.
Villa Il Mascagnolo.
Vigne intorno alla Chiantigiana al Km.6
Villa dell’Ugolino.
La Chiantigiana, per me, che sono nato a pochi chilometri dal suo itinerario, è una porta che si apre verso uno stato d’animo. La dolcezza delle curve che salgono verso l’Ugolino
tra viali di tigli e i pini dei green del golf offre scorci su una campagna toscana difficile da trovare. I pendii scoscesi verso valle rimandano alla mente la fatica di uomini e
animali per lavorare una terra aspra nella sua conformazione: tempi difficili durante i quali la sorte degli uomini e delle loro famiglie era legato ai frutti della terra che le differenti stagioni potevano dare.
Lasciato il territorio di Bagno a Ripoli si entra in quello di Impruneta.
Lo scorcio dall’alto rileva i campi di golf dell’Ugolino. Sulla sinistra le curve della SR 222.
Golf dell’Ugolino.
Via Chiantigiana dopo l’Ugolino in direzione sud.
Dopo il Golf dell’Ugolino si entra nel territorio di Greve in Chianti.
Località Decimo Chilometro. Dal cartello si comprende che da Firenze abbiamo percorso 10 chilometri del tracciato chiantigiano. Secondo magazzino ex-Anas.
Strada in Chianti.
Monumento al Seminatore prima di arrivare a Strada in Chianti.
Dalla strada si scorge la chiesa di Pagnana.
Nebbie prima di Chiocchio.
Chiocchio.
Veduta di Strada in Chianti dalle curve di Spedaluzzo.
Curve di Spedaluzzo.
Da Spedaluzzo.
Giobbole.
Verso le Bolle. Terzo magazzino ex-Anas.
Vigne verso Val di Greve.
Dalla curva de Le Bolle si può ammirare la maestosità del Castello di Vicchiomaggio.
Greti con l’incrocio verso Ferrone.
Prima di Greve, sulla parte sinistra della strada Chiantigiana potremmo ammirare le vigne intorno a Uzzano.
Ponte di Calcinaia a Greti.
La strada taglia longitudinalmente l’abitato di Greve, ma una sosta sulla più bella piazza rinascimentale del Chianti non possiamo perderla.
Piazza Matteotti a Greve in Chianti.
Piazza Matteotti
Portici in Piazza Matteotti.
Portici in Piazza Matteotti.
Paesaggio a sinistra della Chiantigiana verso Panzano.
Neve in Chianti. Sempre verso Panzano. In fondo a sinistra la Villa di Vignamaggio.
Chiantigiana verso Panzano.
Al Km 26 si sale verso Panzano. Quarto magazzino ex-Anas.
Piazza di Panzano in Chianti.
Chiesa ed abitato di Panzano sotto la neve.
Castello di Panzano.
Panzano in Chianti al tramonto.
“Questa è la terra dove ci pare che anche le cose abbiano acquistato per lunga civiltà il dono della semplicità e della misura” – Inventario della casa di campagna- Piero Calamandrei
Autunno a Panzano in Chianti.
La stupenda conca d’oro di Panzano in Chianti.
Panzano in Chianti.
Le curve della Chiantigiana riprese dalla pieve di S. Leolino.
Case coloniche a Panzano. Sembrano pitture rinascimentali.
Campagna intorno a Panzano.
Dopo Panzano la strada continua per Castellina in Chianti incrociando un bivio per Radda in Chianti a sinistra. Quinto magazzino ex-Anas.
Dopo il bivio per Radda in Chianti, la via Chiantigiana si snoda verso il fiume Pesa e il borghettino di Molino Nuovo.
Poggio Bernardi.
Km.33 direzione Molin Nuovo. Sesto magazzino ex-Anas.
Il ponte sul fiume Pesa divide le due province di Siena e di Firenze.
Il cassero di Grignano a Molin Nuovo in versione invernale.
“Non si pronuncia il termine Chianti senza pensare ad un territorio solcato da violenze e tensioni, da dure tensioni e diatribe interminabili tra Firenze e Siena.
A guerre finite i contrasti hanno lasciato sul campo un’eredità visibile di fierezza e splendore: a volte non esente da un timbro neogotico, degno di un avvincente romanzo
ottocentesco o di un film di cappa e spada.” (Roberto Barzanti, Chianti Senese)
Direzione Molin Nuovo.
Molin Nuovo.
Il borghettino di Molin Nuovo in veste autunnale.
Salendo verso Castellina, un bel casolare nel bosco autunnale.
Villa di Cafaggio di Pesa.
Vigne di Cafaggio di Pesa .
Da Panzano verso Castellina.
Verso Pietrafitta.
Salendo Pietrafitta appare un vecchio magazzino ex-ANAS, il settimo, stranamente non dipinto di colore rosso.
Curve verso Pietrafitta.
Il borghetto di Pietrafitta.
Pietrafitta.
Verso Castellina in Chianti.
A circa un chilometro dall’abitato di Castellina in Chianti si trovano le sorgenti del fiume Arbia.
km.42 – Castellina in Chianti.
Castellina in Chianti, veduta sud.
Tramonto a Castellina con la silhouette del suo simbolo, il gallo nero.
Tramonto su Castellina in Chianti.
Lasciato l’abitato di Castellina possiamo notare un vecchio magazzino ex-Anas (ottavo) diventato una bellissima gelateria dal nome invitante: Antica Delizia
In località Sagna sulla destra un altro manufatto ex-ANAS, nono, di colore giallo.
In uscita da Castellina la via Chiantigiana, al bivio di Sagna, corre parallela alla via Romea-sanese.
Visione dalla Chiantigiana della frazione di Quercegrossa e in lontananza, la città di Siena.
Fonterutoli in versione autunnale.
La neve copre Fonterutoli.
Ingresso al paese di Fonterutoli.
Fonterutoli- targa di Giorgio La Pira in ricordo del paese che gli dette rifugio durante la dittatura fascista.
Mulino di Quercegrossa.
Quercegrossa.
Chiesa di Quercegrossa sulla via Chiantigiana.
Fine dell’abitato. Quercegrossa fa parte di due comuni: Castelnuovo Berardenga e Monteriggioni.
Km.50 . Decimo magazzino ex-Anas.
Sulla strada troviamo l’ingresso di Casafrassi , piccolo villaggio settecentesco oggi diventato un bel resort.
Pomona.
La fattoria di Pomona è longitudinale alla via Chiantigiana.
Sant’Ilario al Km.52
Località Poggiarello-La Ripa.
Località Poggiarello-La Ripa.
Paesaggio invernale intorno a Siena.
Dalla via Chiantigiana si può ammirare l’abitato di Lornano con la sua bella chiesa.
Campagna intorno a Lornano.
Al Km. 58 vediamo l’ultimo magazzino ex Anas. Ne abbiamo contati ben 11 lungo il percorso. Qualcuno in buono stato, altri lasciati al proprio destino. Dal 2001 tutte la proprietà dei vecchi magazzini è passata sotto il controllo della Regione Toscana.
La campagna a pochi chilometri da Siena .
Vicino alla Chiantigiana c’è un bel borghetto, Basciano.
Chiesa di Basciano.
Montearioso.
Montearioso.
La grande rotonda a Fontebecci a Siena sancisce l’arrivo della via Chiantigiana: da Firenze ha impiegato 61 chilometri.
Piazza del Campo, Siena.
Notturno sul Duomo di Siena.
Siamo arrivati alla conclusione del nostro percorso che collega due, fra le più belle città del mondo. Due città che si sono combattute per secoli, distintesi in epoca medioevale
per le floride economie, per l’arte e la bellezza che hanno saputo produrre. In un bellissimo affresco nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena, Ambrogio Lorenzetti dipinse
nel XIV secolo l’Allegoria del Buongoverno. La città e la campagna ordinate e florenti sotto la guida di un governo che persegue il bene comune si contrappongono alle
immagini d’ ingiustizia e disordine generate da un regime tirannico. Ancora oggi, dopo più di sette secoli ci chiediamo come governare con armonia, saggezza e coerenza la nostra terra.