25
Novembre
2019

Una giornata alle Cascate dell’Acquacheta, il Sommo Poeta e il ricordo della mia prima escursione.

Erano passati circa ventuno anni dall’ultima volta che insieme al mio vecchio gruppo fotografico andammo alle Cascate dell’Acquacheta nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

 

Da sinistra a destra: Andrea Rontini, Stefano Vignozzi, Loriano Masini, Claudio Mugnai e Roberto Masserelli .

Era una mattina di fine gennaio 1998 in una bella giornata di sole quando ci imbattemmo nel fenomeno atmosferico della “galaverna”, detto anche “nebbia ghiacciata”.

 

Esso avviene attraverso i cristallini di ghiaccio che si depositano sulle piante durante un freddo pungente. Ma il freddo, il ghiaccio non fermarono quei fotografi animati da tanta passione verso le Cascate del Sommo Poeta.

 

Allora eravamo più giovani e forse quel percorso io e Stefano Vignozzi non ce lo ricordavamo bene. Ma ormai la decisione era stata presa e di buon mattino ci siamo recati a San Benedetto in Alpe. Siamo passati dal passo del Muraglione e al mattino presto dopo la pioggia abbiamo trovato un panorama mozzafiato.

Veduta dal passo del Muraglione.

Passo del Muraglione.

Passo del Muraglione.

Passo del Muraglione.

Cartina del Parco all’inizio del percorso . Il percorso viene indicato in due ore per arrivare alla Cascata dell’Acquacheta.

All’inizio del percorso abbiamo trovato un magnifico tappeto di foglie.

La bellezza dei colri autunnali nel parco.

Dopo le piogge tanta acqua nel fiume Montone .

Particolare della cascatella.

La discesa della cascata.

La copiosità delle acque sulle prime cascatelle.

Ancora c’è vegetazione autunnale sopra le cascate.

La limpidezza delle acque.

Il sentiero del percorso .

Sentiero fra i faggi e le foglie morte .

In lontananza il primo rifugio sul sentiero .

Il parco è ben tenuto ed attrezzato da punti di sosta per picnic.

L’autunno è certamente la stagione più bella sulle cascate.

I colori del bosco.

Colori stupendi del bosco.

Le radici tentacolari fra le foglie autunnali.

Altra cascata sul fiume Montone.

Il primo bivacco.

Il primo bivacco.

Tutta la bellezza del bosco.

Ancora cascata sul Montone.

Cascate dell’Acquacheta. Il salto è di circa 90 metri.

 

 

 

«Come quel fiume c’ha proprio cammino

prima dal Monte Viso ‘nver’ levante,

da la sinistra costa d’Apennino,

che si chiama Acquacheta suso, avante

che si divalli giù nel basso letto,

e a Forlì di quel nome è vacante,

rimbomba là sovra San Benedetto

de l’Alpe per cadere ad una scesa

ove dovea per mille esser recetto;

così, giù d’una ripa discoscesa,

trovammo risonar quell’acqua tinta,

sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa.»

Dante Alighieri –  Divina Commedia (Inf. XVI Canto)

 

Particolare della Cascata dell’Acquacheta.

Fra i faggi la visione della cascata.

Cascata del Lavane.

Particolare del Lavane. Qui si trova il confine del Parco.

Cascata del Lavane – gennaio 1998

Inizia il ritorno a valle.

Verso il Mulino.

 

Radici in superficie.

In fondo si intravede il vecchio Mulino.

Il Bosco nella sua infinita bellezza.

Un bosco d’autunno è già di per sè una bella pittura.

Il controluce tra le foglie esalta la nettezza del colore.

Il sottobosco colorato.

Il tappeto colorato.

Il colore ” infuocato ” del bosco.

Straordinario autunno.

Colori e poi ancora colori.

Anche nel bosco si trova il percorso della vita.

Una delle ultime cascate.

 

Alcuni cartelli inseriti nel percorso del Parco sicuramente utili a tutti i visitatori attenti.

Storia e geologia dell’Acquacheta.

Formazione geologica.

 

Vita nei torrenti

Il popolo del fango.

Alla scoperta degli alberi.

 

E nel finale, un ringraziamento di cuore a Stefano Vignozzi, compagno di questo straordinario viaggio.

Stefano Vignozzi.

In cammino.

Stefano – gennaio 1998

Foto alle prime cascate.

Sosta e pranzo al bivacco.

Il selfie alle Cascate di Dante.