24
Dicembre
2020

Una scampagnata fra i colli dell’Antella, il volo sui ruderi del Palazzaccio ….e la sorpresa di un campo di apostoli.

Da qualche tempo avevo deciso di tornare sui colli sopra all’ Antella dove avevo cominciato il mio percorso fotografico di paesaggista. Avevo anche deciso che questa scampagnata l’avrei fatta in compagnia di amici camminatori che abitualmente fanno queste escursioni. La direzione era verso i ruderi di un  castello medioevale molto conosciuto nel mio territorio: il Palazzaccio di Marcignano. Il percorso a piedi da Antella al Palazzaccio  è di circa 6 chilometri e normalmente ci vogliono circa 1,30 ora di buon passo . Il giorno giusto era arrivato e insieme ad Alfredo, Carlo, Giuliano e Paolo, in un giorno uggioso di metà dicembre, ci siamo incamminati. Per documentare il percorso utilizzerò anche foto recenti e vecchie foto.  Quest’ultime ci offriranno un confronto con un passato di alcune decine di anni fa..

Antella – luglio 2020

Passato l’abitato di Croce a Balatro, si prende la via Tavarnuzze, comunemente chiamata “Campolungo”.

Questa è una piccola valle nel rio delle Argille. Quando ero bambino sulla destra c’era un grande bosco chiamato il “Cerreto”, piccola selva che negli anni ’60 fu distrutta per dar luogo a coltivazioni intensive di frutta.  Forse il nome Balatro esce dagli scritti giovanili di Michelangelo Buonarroti del 1599  “alla fine della repente via, che dividendo la selva fa capo al Balatrese quadrivio”

Campolungo in una foto di settembre 1992.

Villa di Picille.

La Villa fu antico possesso dei Malispini nel XIII sec. distrutta poi dai ghibellini dopo Montaperti. Ricostruita dalla nobilissima famiglia Jacopi o Jacobi passò poi alla Congregazione dei Buonomini di S.Martino . Poi alla famiglia Palmieri nel 1699 e sul finire dell’ottocento agli Adorni Braccesi che l’abbellirono notevolmente . (I dintorni di Firenze G.Carocci1907) .Oggi la Villa è divisa in appartamenti.

Tabernacolo Maestà posto fra Via dell’Africo a sinistra e la strada a destra via Tavarnuzze che porta a S.Andrea a Morgiano  – settembre 1992 .  Questo tabernacolo viene citato nelle Carte dei Capitani di parte del 1583. Fino agli anni ’70 dentro la nicchia c’era murata una maiolica con Madonna e Bambino proteso verso un mazzo di tre gigli , purtroppo poi rubata. ( S.Guerrini , La Terra Benedetta- Salimbeni 1984).

Questi tabernacoli venivano eretti sul confine fra parrocchie , in questo caso fra la parrocchia dell’Antella e di S.Andrea a Morgiano.

La bellezza del borgo di S.Andrea a Morgiano in una foto di gennaio 2014.

Proseguendo sulla Via di Tavarnuzze ci imbattiamo in questa fattoria, anticamente proprietaria dei Magalotti e poi dei Ginori fino agli anni ’70.

Nutrice di Sotto.

Nutrice di Sopra.

Dalla Via Tavarnuzze si può osservare il panorama su Calcinaia, comunemente chiamato ” Il Calvelli” dal nome della famiglia qui insediatasi nel 1808.

Passiamo il piccolo nucleo di Tavarnuzze, dove in tempi medioevali esisteva una piccola osteria per la  sosta dei pellegrini e dei pastori in transumanza che si servivano della vicina Maremmana.

Tavarnuzze . Piccola cappella con campanile a vela .

Lasciando via Tavarnuzze ci dirigiamo a sinistra in un sentiero segnato CAI che ci porta al nostro ” Palazzaccio” . Prima però di arrivare in questo luogo, c’è stato un casuale incontro con un altro amico, Sauro, che si è unito al nostro gruppo. Poi una grande sorpresa, una specie di “campo dei miracoli” .

Parco del Palazzaccio – sculture di Antonio Crivelli

In un campo circoscritto da un recinto in legno sono posate e allineate 12 sculture .

Sono i 12 Apostoli.

La statua dell’Apostolo Pietro con la rete. In alto a destra, Giuda.

Giuda, il traditore, è messo in disparte.

Lo scultore Antonio Crivelli ha iniziato queste opere nel 2013.

Le statue sono realizzate con macigni di arenaria trovati proprio in questo bosco.

L’Apostolo Pietro.

Le sculture allineate.

I volti degli Apostoli sembrano uscire dalla pietra.

Lo scultore ha dichiarato “Per lavorare nel bosco utilizzo strumenti elettrici grazie ad un generatore di corrente a benzina che porto nei pressi del macigno e finisco con gli scalpelli”.

Antonio Crivelli ha dichiarato “In questi spazi molto eloquenti e dai panorami suggestivi ho deciso di inserire delle figure che hanno la parvenza di uscire dalla roccia senza essere finita, ogni macigno di volta in volta esprime ciò che può contenere e cerco poi di armonizzare il tutto con qualche elemento scultorio appena tracciato.”

Lasciato queste bellissime sculture ci avviamo al Palazzaccio.

Di fronte a noi i ruderi del Palazzaccio di Marcignano. Esso formava un triangolo con quelli di Tizzano e Musignano ed era un avamposto di controllo sulla via Maremmana vicina.

Si hanno notizie della vendita ai Benci nel 1434. Sicuramente la causa dell’abbandono fu dovuta ad una faglia facilmente rilevabile sul terreno.

Fra la folta boscaglia s’intravede il Palazzaccio.

Nel 1583 era ancora indicato come torre con fortezza  sulle Piante di Popoli e Strade (1580-1595), nel quale appariva anche il perimetro merlato.

Il fianco sinistro.

Torrione.

Il Palazzaccio in una vecchia foto di ottobre 1988.

Il lago del Calvelli in una foto di novembre 1986.

Visibile in alto a sinistra Calcinaia o Il Calvelli e in basso a destra l’omonimo lago.

In alto sul cocuzzolo, Montemasso. Da notare l’importanza strategica del Palazzaccio. A destra il campo delle sculture.

Tavarnuzze e il lago della Boa.

Visione dall’alto il Palazzaccio, a sinistra in alto , Tavarnuzze e a destra Il Calvelli .

Il folto del bosco avvolge i resti del Palazzaccio.

Si può notare sulla destra in alto il campo delle sculture di Antonio Crivelli.

Il Palazzaccio circondati dai colori autunnali delle querci e castagni.

Il volo ci permette ancor di più di dimensionare il rudere dell’antico castello.

Davanti appare tutta la magnificienza del palazzo.

Il perimetro del Castello è circoscritto e protetto da una rete. Si può notare la presenza di una pedana per eventuali spettacoli.

Parco del Palazzaccio – Madre ?

Parco del Palazzaccio– Cavaliere ?

Parco del Palazzaccio – Testa di cavallo.

Sulla via del ritorno, uno scorcio sul Calvelli. In basso di intravede la città di Firenze.

Dal parcheggio della Nutrice si può godere di questo panorama che si distende a sud -est verso il Chianti.  Davanti Villa Belvedere.

A sinistra il borgo di Quarate con la Torre con l’Ulivo, al centro Villa Belvedere e a destra Poggio Casciano Tenuta Ruffino.

Riprendiamo il ritorno sulla Via Tavarnuzze.

Sulla strada di ritorno, nonostante la foschia si è potuto godere dello spettacolo del panorama su Firenze e sulle cime innevate delle montagne pistoiesi e apuane.

 

Naturalmente abbiamo impiegato molto di più della  ora e trenta prevista dalle guide. Le chiacchere, le soste , le foto, il volo del drone hanno occupato tutta la nostra bella mattinata.

Grazie di cuore agli amici escursionisti della loro compagnia e dei preziosi suggerimenti che mi hanno dato.